Fake ?

Come per tutti i settori del collezionismo, anche per la militaria URSS abbondano i falsi, anche se nella maggior parte di volte si tratta precisamente di materiale non conforme. Salvo determinati casi, la produzione di una copia per ingannare l'acquirente non vale la candela, visto che il valore di mercato della militaria URSS non e' poi molto elevato. Per il vestiario e gli accessori, solitamente occorre verificare l'eventuale presenza dei timbri (il materiale sovietico è normalmente marcato!). Per le medaglie il discorso si complica, e l'argomento verrà affrontato successivamente.

Produzione russa post-sovietica

L'Unione Sovietica ha cessato la sua esistenza nel dicembre 1991; è pacifico che un oggetto prodotto successivamente, non può essere definito sovietico.

Ad esempio, un modello di mimetica russa può assomigliare molto al precedente sovietico e se non si conoscono le differenze produttive (lunghezza delle spalline, linea di chiusura delle tasche, ...) non lo si può riconoscere ad un primo esame; guardando però attentamente il timbro si evince che la produzione è post-sovietica:

vedi immagine ingrandita
nel codice del modello è indicato anche l'anno (ultime due cifre); in questo caso il modello è del 1994


Militaria del Patto di Varsavia

Chi conosce l'alfabeto cirillico sa che le seguenti lettere non possono essere rappresentate su oggetti sovietici:

D F G H I L N Q R S U V W Y Z


Questo può consentire di distinguere la militaria sovietica da quella ungherese, polacca, ceca, DDR (non da quella bulgara, però). Ad esempio, la seguente cuffia di carrista apparteneva alle forze armate polacche, anche se è praticamente identica a quella sovietica (le differenze estetiche sono proprio minime). La presenza della lettera Z (S, N, R...) nel timbro decreta inequivocabilmente che non si tratta di materiale sovietico:


vedi immagine ingrandita


La lettera N appartiene all'alfabeto latino, ma in russo può essere utilizzata nell'indicazione di un numero (nomer) e rappresenta l'unica eccezione.


Materiale artefatto

E' il caso più frequente: l'oggetto viene adornato di accessori che non sono coevi o che non hanno riferimento ai regolamenti ufficiali. Questo avviene per tre ragioni fondamentali:

- la prima è data dal tentativo del rivenditore di aumentare il valore dell'oggetto, cercando di conferire ad esso una maggiore importanza con l'aggiunta di distintivi non propri, creando cioè il berretto rarissimo che nessuno possiede, o l'uniforme da generale che nessuno ha mai visto ...

- molto spesso vengono creati i souvenir aggiungendo ad oggetti assolutamente originali, stellette, spille, distintivi e talvolta anche medaglie... il caso più frequente è quello delle bustine che riempiono le bancarelle dei venditori polacchi, che vengono sovraccaricate di distintivi e patches; in questi casi la cosa peggiore è che non è possibile ripristinare lo stato iniziale dell'oggetto, che perde definitivamente il suo valore, visto che rimangono i buchi nel tessuto (le bustine perdono qualunque valore collezionistico).


- l'uniforme è stata personalizzata dal possessore al momento del congedo (cosiddetta Dembel Art - era un'usanza anche presso le nostre FFAA); l'immagine che segue è relativa a due spalline della Flotta Baltica appositamente personalizzate (il materiale delle lettere è fosforescente...), uno scudetto omerale e, a destra, una coppia di polsini in velluto per una giubba da marinaio.



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