vai alla sezione Colbacchi colbacchi
Tipico delle regioni con clima freddo, era stato utilizzato da tutti i gradi delle forze armate.
Per gli ufficiali generali c'era la papakha, particolare colbacco cilindrico in
pelliccia di astrakan. Il porto di quest'ultimo veniva talvolta concesso agli ufficiali
superiori con un prestigioso servizio.
Il colbacco degli ufficiali o della truppa (shapka-ushanka) prevedeva due risvolti
che potevano essere calati come copriorecchie e allacciati o abbottonati al collo.
Per gli ufficiali era in pelliccia; per la truppa, invece, in panno o lana sintetica.
vai alla sezione Elmetti/Caschi caschi ed elmetti
Con l'indicazione generica SHLEM si intende casco. Può essere rigido (elmetto),
oppure morbido (in tela o in pelle).

Per quanto riguarda l'elmetto da combattimento, ne esistevano essenzialmente tre tipi,
in acciaio: il mod Ssh40, il mod Ssh60 e il mod Ssh68 (il numero indica l'anno di
progettazione). La differenza estetica era considerevole: il primo modello aveva una linea
tondeggiante; l'ultimo aveva leggermente schiacciata la parte frontale e si presentava con
un leggero allungamento verso l'alto.

Un po' più complessa era la questione relativa ai caschi da pilota. Il casco base era
il mod ShZ-6I, in pelle, che prevedeva anche i dispositivi di comunicazione. Quest'ultimi
erano composti da una coppia di auricolari e dal laringofono, abbottonato al collo, o in
alternativa a quest'ultimo, il microfono integrato nella maschera.
Per quanto riguarda i caschi rigidi, esistevano i seguenti modelli:
- il mod. Gsh6 a tenuta stagna, che assieme alla tuta VKK veniva indossato dai piloti che
utilizzano i vecchi modelli di velivoli, con la cabina non pressurizzata; il sottocasco era
in tela e in esso era integrato il microfono
- il mod. Zsh3 che non era altro che un guscio rigido, da indossare sopra il casco in pelle
(mod. ShZ-6I);
- il modello ZSh-5 era un moderno casco da pilota, con integrate le cuffie, ma da accoppiare
al laringofono (da portarsi senza il sottocasco in pelle);
- il modello ZSh-7 è l'ultimo modello del casco da pilota sovietico, con integrate le cuffie
(il microfono era integrato nella maschera KM-34);

Un caratteristico casco era quello da carrista. In tela grigia pesante, attutiva dagli urti in
quanto aveva delle particolari imbottiture. Si trattava di tre/quattro fasce imbottite che
rivestivano la parte superiore, dalla fronte alla nuca. Altre fasce imbottite davano una
protezione laterale.
Gli auricolari erano inseriti in apposite tasche a bottone nella zona auricolare e si
trasmetteva tramite il laringofono.
Alcuni modelli avevano fissata nell'imbottitura frontale una piastrina metallica, che serviva
a reggere il visore binoculare per la guida notturna (PNV-57).

Molto simile a quest'ultimo era il casco da lancio da paracadutista. In tela verde o grigio
scuro, aveva lo stesso sistema di imbottitura, ma senza, naturalmente, auricolari e laringofono.
vai alla sezione BUSTINE bustine
La bustina (PILOTKA) era il copricapo classico dell'esercito sovietico. Riporta alla
mente lo stereotipo del soldato dell'Armata Rossa della seconda guerra mondiale, con
la sua inseparabile Ppssh. Negli ultimi tempi era stata sostituita con il berretto
in tela con visiera e paraorecchi, che ricorda molto il berretto giapponese del
periodo bellico.

Per l'esercito il colore della bustina era kaki; semplice per i sottufficiali e la truppa
bordato di rosso o azzurro per gli ufficiali (rispettivamente dell'Esercito e
dell'Aviazione). Per la Marina era invece di colore nero, bordato di bianco per gli
ufficiali.
vai alla sezione BERRETTI CON VISIERA berretti
Il berretto a visiera (FURASHKA) era utilizzato praticamente da tutte le armi e da tutti
i gradi. Esistevano le versioni da parata/libera uscita e da servizio. C'era pure un
modello più recente, a bassa visibilità, da campo.

L'arma di appartenenza si individuava dalla fascia; era rossa per la fanteria, nera per le
specialita' (artiglieria, trasmissioni, carristi, ...) e azzurra per il personale
dell'aviazione. Nell'uniforme da parata e libera uscita, il berretto era verde scuro
acquamarina per l'Esercito e blu per l'Aeronautica.
Per la Marina invece si utilizzavano i colori bianco per l'uniforme estiva e nero per
quella invernale.

Il berretto da campo (per gli ufficiali), era tutto kaki, con il fregio verde, e, per
gli ufficiali, non riportava il colore che distingueva la specialità di appartenenza,
mentre quello riservato ai generali manteneva un bordino del colore dell'arma (rosso
per l'Esercito e azzurro per le forze aeree).
vai alla sezione ALTRI COPRICAPI altri berretti
Il basco era un copricapo specifico per le truppe speciali. Era di colore nero per i carristi
e per la fanteria di marina, azzurro per le truppe aviotrasportate (VDV).
Veniva indossato anche dal personale femminile; verde scuro acquamarina per l'uniforme
da parata, verde per quella da servizio, bianco o azzurro per la Marina, azzurro per
l'Aviazione.

Infine, il classico berretto da marinaio (truppa e cadetti) era nero per il periodo invernale
e bianco per l'estate. Una fascia nera con la scritta in oro riporta l'indicazione della
flotta di appartenenza (del Nord, Del sud, del Mar Nero, del Mar Baltico.

Menzione a parte va fatta per i panama, che erano di colore kaki per l'esercito, o in
tessuto mimetico per le forze specili (butan per le truppe aviotrasportate e KLMK per le
guardie del KGB.
vai alla sezione FREGI DA BERRETTO fregi
Da qui si accede alla sezione dei fregi da berretto: normalmente in metallo e smalto,
a volte in tessuto o ricamati.

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